violenza economica

Violenza economica: la forma subdola e nascosta della violenza di genere

24 Novembre 2023

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, WeWorld, organizzazione italiana indipendente impegnata con progetti di cooperazione  allo sviluppo e aiuto umanitario in 27 Paesi, ha pubblicato il report “Ciò che tuo è mio. Fare i conti con la violenza economica”, realizzato in collaborazione con Ipsos. 

Il report presenta i dati legati a una forma di violenza più subdola e meno conosciuta ma, purtroppo, ancora fin troppo reale nella nostra società. 

Ecco cosa è emerso.

Violenza economica: piaga subdola della società

La definizione di violenza economica è data dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) che la definisce comequalsiasi atto o comportamento che provochi un danno economico a un individuo. La violenza economica può assumere la forma, ad esempio, di danni alla proprietà, limitazione dell’accesso alle risorse finanziarie, all’istruzione o al mercato del lavoro, o mancato rispetto di responsabilità economiche, come gli alimenti”.

Un tempo era considerata una forma di abuso emotivo o psicologico, oggi, invece, è riconosciuta come una forma di violenza distinta, messa in atto soprattutto all’interno di relazioni intime e/o familiari. 

Purtroppo, seppur ancora molto diffusa, c’è ancora poca consapevolezza sulla sua gravità: solo il 59% delle persone intervistate, infatti, riconosce l’effettivo peso di questa particolare forma di violenza sulla società.

I tipi di violenza economica più diffusi

Il report evidenzia la presenza di 3 tipi di violenza economia: 

  • controllo economico
  • sfruttamento economico
  • sabotaggio economico.

Nel primo caso, l’autore della violenza impedisce, limita o controlla l’uso delle risorse economiche della vittima e il suo potere decisionale.

Nel secondo caso, l’autore della violenza usa a suo vantaggio le risorse economiche della vittima. 

Nel terzo, invece, viene preclusa alla vittima l’indipendenza economica, impedendole di cercare, ottenere o mantenere un lavoro e/o un percorso di studi. 

I dati del report

Il quadro dipinto da WeWorld è tutt’altro che rassicurante. 

Il 27% degli italiani, infatti, ritiene che la violenza dovrebbe essere affrontata all’interno della coppia. Il 15% che sia frutto di comportamenti provocatori delle donne. Il 16% degli uomini, contro il 6% delle donne, invece, che sia giusto che in casa comandi l’uomo.

A questi dati preoccupanti si affiancano quelli inerenti un’incidenza di casi che non mostra segni di calo. Delle persone intervistate, infatti, ben il 49% delle donne ha subito nella vita almeno un episodio di violenza economica e quasi 1 italiano/a su 2 ritiene che le donne siano più spesso vittime perché hanno meno accesso degli uomini al mercato del lavoro. 

Nella formazione uno strumento di prevenzione

L’educazione e la formazione svolgono un ruolo essenziale nella lotta contro la violenza economica. Soprattutto se si considera che il 10% delle donne (contro il 4% degli uomini) non si sentono preparate rispetto ai temi finanziari. 

Programmi di formazione specifici possono infatti aumentare la consapevolezza sulle dinamiche della violenza, in tutte le sue forme. Non solo: svolgono un ruolo chiave nella promozione dell’uguaglianza di genere e possono aiutare concretamente a promuovere l’indipendenza finanziaria.

Progetti di formazione per donne orientati all’empowerment, corsi di formazione finanziaria, attività informative utili a riconoscere la violenza di genere e la violenza economica di genere, sono solo alcune strade percorribili per determinare quel cambiamento culturale, ed economico, che serve per limitare questo drammatico fenomeno.